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suoi denti incisivi, conoscevi il momento in cui venne al mondo cinque minuti più o meno; qualità che possedemmo comune col Cavalli, bestie anch’esse di garbo.

Vantarsi in tutto essi seppero, ma in che cosa furono a noi superiori gli uomini? Per avventura nell’agilità? Prendi delle Bestie la più grande e la più piccola e conoscerai, come anche in questo li vincessimo. Galba primo nei giuochi floreali espose all’ammirazione nei Quiriti un Elefante ballerino sulla corda e della danza pirrica, duellante nel circo a modo di gladiatore, mattaccino come i mimi e gl’istrioni sopra i teatri; anzi destro a fingere, scontorcendo la persona i dolori del parto343; e dirimpetto alla Pulce questo è nulla. Socrate, tra le altre belle notizie che seppe procacciarsi, conobbe quanto saltassero le Pulci, per via della esperienza che dico: formata prima con la cera la stampa del piede della Pulce la depose sopra la sua fronte, dond’ella, spiccato un grossissimo salto, andò a posarsi sul labbro inferiore di Cocrefone, il quale gli stava dappresso: misurato poi lo spazio, trovò che ragguagliava a seicento volte il piede della Pulce, e forse non era tutto quello, che la vispa Bestia poteva percorrere; non pertanto vedi se di questi slanci erano capaci l’Esler, la Cerrito, la Fuoco e di simile risma femmine; eppure malgrado questa incontrastabile superiorità, mentre gli uomini accendevano luminarie,