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ma il cielo è anche albergo, dove abita nella sua sterminata esistenza il Creatore misterioso, solitario e rivelantesi alla creatura con la creazione e con la distruzione dei mondi. Come più umilmente potei, mi accostai al Redentore, e, nulla possedendo che fosse buono, povero Animale, gli dissi: — Che valgo io? Dio mi cinse di lena e di pazienza le groppe, degna accettarle e cavalcami. — E il Redentore, a cui piacque esaltare la umiltà, mi accolse, nè indi innanzi altra Bestia partecipò meco il privilegio di portare il corpo sacrato.
Ahimè! Io tremo favellare stolte parole, e se male mi appongo, domando anticipatamente perdono: tuttochè Cristo con lo spirito presago conoscesse l’amara sorte, che per le mani dell’uomo gli si apprestava,talvolta meco stesso considerando ho dubitato, che qualche parte gliene fosse rimasta oscura, imperciocchè parmi impossibile che mente umana o divina non isbigottisse al pensiero di sopportarla nella ineffabile malignità intera. — Tu savio giudica. Un discepolo lo vende a prezzo e lo tradisce col bacio, un altro lo rinnega: il popolo, cui venne a riporre sopra la via smarrita del paradiso, lo chiama a morte; e se Pilato, straniero e pagano, studioso di salvare il sangue innocente proporrà al popolo, ch’elegga tra Barabba ladro e Cristo redentore, il popolo urlerà: — Cristo mora, si dimetta Barabba! — come paterna benedizione Revocando al