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giudice del piato, ed egli ignorante o maligno decretasse la palma a Marsia; di che incolleritosi Apollo per la sportula della sentenza, toccate le orecchie al re, di umane gliele convertisse asinine. Questa storia in parte è vera, in parte no: veri gli orecchi di Asino del re, falsa la pena e la cagione di quella; e non ci ha dubbio, imperciocchè se a tutti i Giudici, che pronunziarono sentenze inique nel mondo, fosse stato inflitto il castigo dì lasciare le orecchie proprie per prendere le mie, gli Asini nell’altro mondo sarebbero andati a dodici il quattrino, ed un Papero giunta. Il poeta incerto, che per molto levare a cielo ch’io mi faccia non potrò lodare abbastanza, espone il caso in quest’altra maniera:
«Onde Mida, che gli Asini oltraggiava,
Da Bacco fu con sua vergogna e danno
Castigato com’ei si meritava.»
Però non Apollo, bensì Bacco ornava il re Mida di orecchie di Asino, perchè conoscendosi anch’egli Asino a prova e non lo potendo negare a se stesso, imparasse a comportarsi da galantuomo con gli Asini e trattargli con carità.
Cambise re di Persia sospettando, macchinasse insidie contro la sua vita il fratello Smerdi, lo fa ammazzare; più tardi egli stesso crepò e non ci pensava. Un Mago