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noi? Ho riferito come presso taluni popoli si celebrassero quasi devota solennità; ma essi opporranno essere selvaggi cotesti. Bè: era salvatico Diogene, quando interrogato che diavolo si facesse sul canto di una strada pubblica con una donna pubblica, senza scomporsi rispose: hominem planto314? Non salvatico, bensì filosofo e teneva cattedra: le Bestie no. Bello esempio! obietteranno, un matto. — Sia, la pongo in serbo; matti erano i filosofi vostri, e Nerone era matto quando convitava il fiore dei gentiluomini romani a tale spettacolo, che muove lo stomaco ricordare soltanto? Lui salutavano imperatore ed augusto, e presso a morte, commiserando a se stesso, deplorava che avesse a perire un tanto artefice315. Nè anche questo giova, che mi replicano, cotesto Divo Cesare essere stato peggio che matto. Dunque filosofi non valgono e imperatori nemmeno; le leggi, i decreti, i magistrati non solo laici, ma ecclesiastici faranno eglino la prova? Ricordate i processi d’impotenza, gli esperimenti di virilità ordinati e a posta vostra vergognatevi. Inoltre considera come non fossimo già noi altre Bestie che davamo malo esempio all’uomo, bensì egli stesso ci venisse a trovare; i Cammelli e gli Elefanti invano nei penetrali più reconditi dello foreste cercavano asilo ai vicendevoli affetti; lubrico o curioso l’uomo fin costà li perseguitava. L’Aquila