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fu uno dei dolci frutti che la ragione innestava sopra la pianta umana. Nerone, che se ne intendeva, ebbe a dire sovente, nessuno uomo a parere suo potersi vantare pudico, ma che molti sapevano con ipocriti sembianti onestare le disordinate inclinazioni292; e questo credo ancora io. Più rumino tra me e meno so capacitarmi, come gli uomini riuscissero a corrompere l’amore, rosa caduta dai giardini celesti a giocondare la terra, per modo che se taluno sorse fra loro, che venisse in fama di savio, l’ebbe a prendere in abbominio.

Serse, antecessore di Dario al trono della Persia, quello spaccone che bastonò il mare, te ne ricordi? Or bè, egli desso, un giorno, prese a delirare di amore... per cui? Io te la do a indovinare su mille. S’innamorò d’un Pioppo! nè si tenne ad amarlo soltanto, chè in segno della sua benevolenza volle fregiarlo di monili, di collane, di ghirlande e di trofei, insegne tutte con le quali gli strenui capitani ed i satrapi prestantissimi onoravansi293. Le storie dei tempi raccontano come il reame di Persia toccando omai l’estremo della corruttela e della infamia, precursore sicuro della morte dei popoli, non avesse allora satrapo o capitano, che premuroso di fuggire vergogna disdegnasse tenere si-