Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
188 |
glia, ricinto attorno da bellicosa schiera di soldati toscani con un garzoncello in groppa io mi trovai a portare due barlozzi di olio alla chiesa della Santissima Aununziata, onde i frati ne alimentassero le lampade all’altare della immagine benedetta. Davanti e dietro sentiva mormorarmi: — Asino, Asino, dove vai? Cotesto olio servirà a friggere le frittate ai frati — ma io, niente nella mia fede crollato, mi volsi con brusca cera e favellai di forza: — chetatevi, eretici, cucitevi la bocca, sussorroni; i frati friggono con l’acqua! —
Per le terre argoliche portavano sopra le spalle dell’Asino ai lavacri la statua di Giunone moglie di Giove, e meglio avrieno fatto a legarle un sasso al collo e buttarla in mare addirittura, conciosiachè ella fosse la più fastidiosa femmina che mai tribolasse marito, e se mi fossi trovato presente quando giove le disse:
«.......... or siedi e taci
E mi obbedisci; che giovarti invano
Potrian quanti in Olimpo a tua difesa
Accorresser Celesti, allorchè poste
Le invitte mani nelle chiome io t’abbia281».
per me gli avrei gridato con gli zoccoli giunti: — ma fàllo, caro di mamma, fàllo, chè ti acquisterai l’indulgenza plenaria del sommo pontefice Pio IX.
Avrai per avventura udito raccontare come certo Asino una volta portando non so quali