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rate da Celestino V nella bolla di rinuncia, perocchè essendo, come Asino dabbene, del cattolicesimo piuttosto zelatore che seguace, conobbi com’elleno porgessero l’addentellato al malignare dei perversi Protestanti che, fondandosi sopra di quelle, sostenevano che paradiso e papato, a modo dei benefizii curati, non si potevano comulare sopra la medesima testa.
Qui però mi casca un dubbio nella testa, ed è che se le groppe dell’Asino poterono per avventura insinuare a Celestino V la renunzia al papato, per lo contrario la fama ed i modi di Asino, secondochè si racconta dagli storici di fede degni, fruttarono l’onore del supremo manto a Sisto V266. Basta, per non intricarmi troppo dirò che questa dell’Asino è, come sembra, una materia eminentemente papabile.
Ai tempi degli Dei bugiardi Sileno aio di Bacco cavalcò un Asino; qualche volta anche lo stesso Bacco, e segnatamente nella guerra che Giove ebbe a sostenere co’ Giganti figliuoli della Terra, dov’egli giunse in buon punto per liberare il Saturnio dalla stretta, insieme con Vulcano e tutta la famiglia dei Satiri, dei Fauni e dei Sileni montati sopra Asini; almeno così ci ragguagliano Iginio e il Vossio, i quali se non lo avessero tenuto da buon luogo e nè manco lo avrebbero raccontato267.
Il signor di Voltaire nel poema della Ver-