porre l’elogio di monsignor vescovo Giraldeni232. il Tischebein (notate bene la venerazione dei tedeschi per l’Asino), che fu direttore insigne della Reale Accademia di Napoli, disegnò immagini stupende rappresentanti la nascita, le avventure e la morte dell’Asino; per la quale cosa se in parte fui, come Alessandro Magno, infelice, non trovando Omero, che di me cantasse la Iliade233, in parte i cieli più che a lui mi si mostrarono cortesi, facendomi dono di un tale, che me la dipingesse. L’Heinsio (sempre tedesco) si onorò onorandomi col panegirico De laude Asini. Cornelio Agrippa conclude la declamazione de Vanitate Scientiarum coll’Encomium Asini. Il Paolino scrisse un trattato de Onographia, Plinio il Vecchio nella Storia naturale, Aristotele ed Eliano nelle Storie degli Animali, l’Aldovrando nel trattato de Quadrupedibus solidis, di me parlarono sparsamente cose dotte quanto leggiadre. L’Egadio, il Pierio nei Geroglifici, l’Haseo nella Diatriba, Giovanni Maggiora e Francesco Widebran spesero con grato animo, ed utile non mediocre le forze dello ingegno intorno alle faccende dell’Asino. Apuleio, l’autore della Luceide, il Firenzuola e Niccolò Macchiavello accrebbero lustro alla propria fama scrivendo dell’Asino e per di più di oro. Monsiù Jannin, frammento trentaseimilionesimo del cervello umano domiciliato a Parigi, nel libro dell’Asino morto e