chetto, imperocchè in quattro parole ci chiariremo. Ditemi prima, nobiltà presso gli uomini che fosse e poi vi dirò quello che fra gli Asini era. Nobiltà umana andò principalmente composta di prepotenza e di soperchierie; più tardi di servilità ad un uomo per tirannegiarne migliaia, di titoli per superbire, di ricchezza per oziare. La nobiltà a casa mia al contrario denotò serie di opere illustri per cui le fece, come benefiche a coloro, pei quali le furono fatte, di padre in figlio compite nella medesima casata. Primo fondatore della nobiltà fu Caino, altri pretendono Nembrot, tali altri Ismaele e non manca chi metta innanzi Esaù; chiunque di questi ed anco veruno di questi si fosse, merita considerazione vedere come, diversi su la persona, cadano d’accordo sopra la qualità della medesima, che tutti i rammentati nel mondo ebbero fama di maligni, torbidi, soverchiatori, uomini insomma di corrucci e di sangue; i miti coloni e i tranquilli pastori si tennero in conto di plebe, nati a far numero, logorare le biade, quando ne avevano, e servire; i cacciatori chiamaronsi nobili e signori, perchè attesero a cacciare gli uomini come le Bestie. I primi so che caddero lapidati; ma chi più dura la vince e alla perfine vennero a capo. La galera, o mio re, fu inventata dai ladri, i quali per assicurare la rapina, dissero ladro qualunque avesse di ora innanzi rubato a loro; nè si ri-