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nati, doni gesuitici, le Ostriche sorelle. Quando poi i Tuturini pentiti revocarono i padri Gesuiti con le virtù teologali e cardinali, tornarono le Ostriche gravide di perle a popolare le spiagge della città ribenedetta. Questo storie avevano stomaco i Gesuiti di raccontare nel 1653 e ravvivarne imperturbati la memoria nel 1854; ed io ci credo: anzi, mentre fui di là, era venuto in pensiero di dare ai Padri carta bianca, affinchè mi tenessero appaltato a credere anticipatamente tutto quanto si degnassero di darmi ad intendere per la salute dell’anima mia226.

Ma, per dir mille in uno e così dare fine al ragionamento devoto della religione delle Bestie in generale e degli Asini in particolare, nel bel reame di Francia dove i re cristianissimi di nome e più di fatti si spassavano a intagliare con le forbici immagini di Madonne e assassinare cardinali, il clero, amico degli Asini e di Roma, in omaggio alla mia religione celebrò la messa dell’Asino e compose il magnifico responsorio, che se per altezza d’immagini ed eleganza di eloquio non supera quello di santo Antonio da Padova, gli sta sotto di poco227.

I Tedeschi che in fatto di Asino non la cedono a nessuno, pare che volessero essere chiamati a parte di cotesta degnazione e per di più con monumenti di pietra eternarne la memoria, imperciocchè, testimone il Pao-