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tanto anche i molluschi dimostrarono zelo profondo per la religione e sviscerato affetto per la compagnia di Gesù. A Tutucurin pescavansi da tempo immemorabile perle, ma dacchè vi posero stanza i Gesuiti, la pesca di abbondante diventò miracolosa, sia considerando la copia, sia il volume di quelle. Gli Angioli senza dubbio piansero di tenerezza nel contemplare le opere egregie di cotesti atleti della fede, in ispecie la pesca degli uomini, giungendo senza rispetto alcuno a strapparli dalle braccia delle mogli e dal seno delle madri224; ora è da credersi che queste lacrime del cielo bevute avidamente dalle ostriche e come tesoro inestimabile conservate partorissero il marame delle perle che ho detto, anzi vuolsi che per l’appunto allora fosse assortito il magnifico vezzo del Malmantile che il poeta Lippi rammenta con questi versi:

«Perchè si tratta che vi fosse un vezzo
Di perle, che sebben pendeano in nero,
Eran sì grosse, che si sparse voce
Ch’ell’eran poco manco di una noce.»225

Però i Tuturini, come gli altri loro fratelli di umanità, essendo nei desiri ciechi e contro il proprio bene fermi, niente curando tanta grazia di cielo in virtù dei Gesuiti sopra i capi loro rovesciata, un giorno ch’è, che non è, li cacciarono via a vituperio.