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egli niente. Premuta in cuore l’ambascia, accompagnò la processione ranchettando con tre gambe sole, nè si ridusse, per farsi curare, a casa, prima che l’avesse ricondotta in chiesa.
Nè voi vi dovete figurare che si fermino qui i segni della religione canina; se tale pensaste, prendereste un granchio. Nella isola d’Inghilterra, quantunque vi primeggiasse la religione a Londra della Riformata e a Roma guastata, bella fama di santità sparse dintorno un Cane pio il quale nudrito con diligenza in casa di cattolici nelle massime salutari della vera Chiesa romana pervenuto poi, lui protestante indarno, nella famiglia di certi luterani, non ci fu verso, in onta alle tentazioni, di farlo trasgredire al precetto di non mangiare carne il venerdì e il sabato218. Invano presagli la zampa e messala sul numero 11 del capitolo 15 dell’Evangelo di san Matteo gli dissero: leggi; ed egli lesse: — non quello che entra in bocca deturpa l’uomo, bensì da quello che gli esce di bocca l’uomo è deturpato; — ch’egli rispose pronto: — dica un po’ Cristo quello che vuole, io mi attengo al curato; — senza badare ad altro egli osservò una legge che non era stata per lui, mentre gli uomini cattolici, pei quali l’aveva bandita la Chiesa, non si sentivano coraggio a sopprimerla o praticarla lealmente, bensì