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mo mio ed emmi argomento che io non lasciai tutti gli eretici nell’altro mondo. Dite: taluna di voi attinse per evventura ai pozzi di perdizione, bevve delle fontane di errore o co’ lumi tenebrosi del secolo s’illuminò? Forse da me in fuori veruna altra Bestia si mostrò accesa di zelo pel santissimo viatico? Leggesi nella Cronaca naturale del reverendo padre Giovanni Eusebio, come nella città di Lisbona nei tempi andati vivesse certo cane dabbene chiamato Tedesco (avvegnadio nel mondo di là anche di Cani tedeschi galantuomini qualcheduno se ne trovò, ma rari veh!) il quale così camminava svicerato pel Santissimo che, udita appena la campana annunziatrice della Comunione, nè per carezza, cibo o minaccia poteva essere trattenuto: egli precipitava difilato alla chiesa, con la processione usciva, di su di giù per la strada, come i mazzieri costumano, perchè tra gl’incappucciati si osservasse l’ordine, si affaticava; ed ora le femmine di partito, se gli venisse fatto incontrarne, mordendo costringeva ad inginocchiarsi, ora ai villani infingardissimi abbaiando gli obbligava a smontare giù dai giumenti ed atteggiarsi alla debita reverenza; anzi (bada bene, è sempre padre Eusebio che racconta) un giorno mentre il pio cane esercitavasi nell’atto divoto rilevò da un Cavallo, che Dio faccia tristo, un calcio traditore ond’ei ne ebbe tronca una gamba, ma