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go di Iviglia, dove tra le altre robe posero le mani ladre sul tabernacolo, arraffandolo insieme coll’ostia consacrata: poi cercando d’intorno trovarono l’asino mio proavo e lo vollero complice del sacrilegio; ma il maggiore nostro, Bestia religiosa se altra al mondo fu mai, già già stava per voltare le groppe ed esporre le sue ragioni come costumano gli Asini: e se anche avesse dovuto incontrarne il martirio, tanto meglio per lui che con la palma fra le zampe già si sentiva assunto al coro dei beati, quando una voce scese nelle sue orecchie dall’alto che gli disse: — obbedisci! — Egli avendo allora compreso che si trattava di ispirazione divina si lasciò fare; imballati santo tabernacolo ed ostia glieli soprapposero alle spalle, poi lo spinsero a Torino non senza adoperarvi le bestemmie e le percosse consuete a tutti quelli che menano Asini. L’Asino tirò innanzi borbottando fra se: verrà il gloria patri in fondo al salmo; di fatto giunto davanti alla porta di Santo Silvestro la medesima voce udita prima gli disse: — casca! — ed egli giù di botto sul ciottolato. Questo, dicono gli intendenti, fu il primo miracolo, nè vale che gli eretici cavillino: cascata di Asino non fa miracolo; perchè bisogna distinguere fra stramazzone e stramazzone e questo fu miracoloso: tanto vero ciò, che le funi della balla si ruppero, il tabernacolo ruzzolava per la via e svilup-