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o quattro, tu solleticandomi la pelle mi darai voluttà, ed io ti riderò gioconda per molte cose belle a vedersi ed a nutrirti eccellenti: guardati però di penetrare più oltre, perchè nelle mie viscere fremono costretti fuochi micidiali e per opera loro composti giacciono il ferro e l’oro; il ferro che rompendoti le membra spargerà in terra il tuo sangue, l’oro che corrompendoti lo spirito darà ai Cani la tua anima. Di qui le messi e ogni altro più dilettoso frutto della terra; per ultimo dono, la Natura un giorno fece apparire pendenti dalla vite i grappoli, i quali, come quelli che offrivano la forma delle mammelle, persuasero l’uomo ad attaccarcisi e a succhiarli, e tanto succhiarono che con il liquore delle uve inebriaronsi: udendo il baccano, vista la baldoria e il correre delle donne scarmigliate pei colli, e lo inseguirle fauni e satiri lascivi, la sapienza che stava per visitare le dimore degli uomini si ritrasse indietro turandosi gli occhi; all’opposto si fece avanti la Follia la quale, oltre ogni credere festeggiata, presto crearono donna e madonna di casa; ed avendole per di più commesso di dettare leggi, istituire religioni e prescrivere usi, ella ridendo assunse il bordello in paradiso e con tali Dii lo popolò, di cui il meno tristo meritava esser mandato per quattordici Anni all’ergastolo di Volterra. Cielo castrato, e dalla spuma mossa dal cascare dei genitali suoi