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naso coloro che nel sospetto incaparbiscono: ignorantissimi! non sanno come la Chiesa in siffatte faccende camminasse coi piè di piombo e il bilancino dei diamanti alla mano.

La memoria del santo gesto versi e prose perpetuarono e soprattutto certo dipinto bellissimo ammirato un giorno nel tempio di Santa Croce a Firenze, dove sonnecchiarono con un occhio ma non dormirono mai i corpi del Macchiavelli, del Galileo, del Buonaroti, dell’Alfieri e di altri illustri animali compagni miei di vizii, di virtù, di canto e di martirio senza fine amaro. Due vite, come due stelle cadenti, precipitarono splendide e veloci sopra cotesta tela e si spensero. Comecchè trafitto dal miserrimo caso io le lamentassi con quella voce che mi diè Natura, poco durai ad accorgermi non essere punto i morti coloro che maggiormente si devono compiangere; ond’io dei funerali precoci di Francesco e Giuseppe Sabatelli, ingegni divini, ebbi a consolarmi con la sentenza in ogni tempo ritrovata verissima, che Dio cui vuol bene ritira presto la vita.

Il commercio degli uomini per dottrina preclari e per santità incliti sempre mi piacque, e, al fine di vie più innoltrarmi nelle vie del Signore e comechè non fosse senza fatica, tuttavolta mi venne conseguito lo intento. Presago che il figliuolo di Pietro Bernardone avrebbe stampato sì grande orma nel sentiero della divinità volli essere