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passata non manda mulini; se vi garba io vi offro albergo in casa mia.

Le Muse si adattarono a prendere servizio dal giudice che le mise a covare ventitre tra esametri e pentametri in lode di Maddaleda Pelzet prestantissima attrice fiorentina: per vero dire parve alle povere Muse covare ghiaiottoli del Mugnone; tuttavolta ci stessero per amore della Comica cui già avevano giocondamente e lungamente sorriso, quando si trovarono a possedere tutti i denti in bocca. Dopo questo primo travaglio il poeta criminale pose loro sotto un precipizio di versi ricavati dagli articoli delle Leggi intorno alle ipoteche ed alla espropriazione forzata. — Horribile dictu! Le Muse allora rammentando la magnanimità del poeta Polisseno203 non vollero comparire minori a cotesto loro figliuolo e disertata la casa del giudice tornarono alle ciarpe in Borgo san Lorenzo. E così un bel pezzo vissero tranquille.

Apollo anch’egli era venuto a stare a Firenze e non potendo smettere di rimpiangere i clivi di Permesso e le alture del Parnaso, per fermarsi in luogo che in parte gli rammentasse le perdute sublimità prese casa in soffitta ed avvertì ancora di prenderla vicina alle carceri di santo Apollinare, perchè se gli capitasse un giorno di dover essere tratto prigione per debiti, non avesse a fare troppo cammino. — Gli Dei, quantunque falliti, si