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si scusarono allegando che nella bottega della Ipocrisia non ci era rimasto altro. Anche un barone ci fu visto venire senza maschera, e a cui gliene mosse rimprovero rispose con riso da girifalco: che a lui non facevano mestieri larve; bastava il nome per propria natura voltabile e pari al verbo afficio dei latini, che prende significato e colore dal sostantivo aggiunto, come il nome di barone dall’aggettivo che gli si accoda dietro, e recò per esempio: barone—illustre. Il Diavolo approvando il detto lo volle confermare con un altro esempio che con tua licenza taccio, perchè il Diavolo è sboccato, e ripetere tutto quanto egli dice non fa buon sangue.

Tanto basti, chè favellare di tutti sarebbe troppo dura bisogna. Spinti dal suono infernale si presero per le mani e incominciarono a menare un caribo o ridda o ballo tondo, che tu voglia dire, intorno intorno alla piazza; cresce lo strepito della musica del Diavolo, che mena cotesti corpi come fa il libeccio le foglie di castagno cadute; tanto oggimai diventa vorticoso il remolino, che la fisonomia singolare smarrendosi tu non vedi dintorno che un cerchio unito e continuo di carne umana. Il terreno s’immolla di sudore, il petto di codesti sciagurati ansa orribilmente commosso e il cuore palpita così che poco più si rompe; le parole Religione, Libertà rangolavano spezzate,