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l’anima, che anima l’universo, e come da lei si partirono, a lei ritornarono, dopo che scevri del corpo si rimescolarono, depurandosi, con tutto quanto fra i mondi e i cieli apparve leggiadramente divino; perocchè eglino tingessero co’ colori della madreperla le nuvole a sera, per le notti chete e serene rendessero il raggio della luna più blando, più arcano il mormorio delle fonti e lo stormire dei boschi, e più pietoso il grido, che la natura mandava dai sepolcri ai superstiti; gli ebbe ministri l’aurora nello spandere le rugiade benefiche; compagni il sole quando co’ suoi splendori giocondava e fecondava la terra.

Comechè l’uomo ogni giorno aumentasse le cause del mio abborrimento per lui, io lo compiansi finchè lo vidi o per istorto intelletto o per manco di arnesi adattati, andare lentoni alla scoperta delle bisogne mondiali, e traboccare nelle fosse. Non risi quando sosteneva colle mani e coi piedi, la terra piana galleggiante su l’abisso come un ponte da calafati, e i cieli duri e costruiti a un dipresso a modo della vôlta di un forno. Non gli cavai sangue dalla