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l’altra alla modestia di loro. Epperò io mi confido, che tu sapientissimo fra i re vorrai tenermi per iscusato se io non partirò la mia orazione secondo le regole dell’arte e non argomenterò per filo e per segno, dacchè ti giuro da Asino di onore, che i miei parenti non pensarono mai mandarmi in Collegio, né appresi rettorica nemmeno nel libro del padre de Colonia chierico regolare di San Paolo, di cui pure intesi dire un sacco di bene a casa mia. Tu conosci, magnanimo re, quale sia stata la educazione mia, e quali i portamenti degli uomini con i miei confratelli e con me, finchè durammo la vita presso di loro nel mondo, comechè noi ci studiassimo con ogni nostro potere, e secondo la condizione nostra avvantaggiarli. Cotesti ingratissimi, in remerito di tanti benefizii da noi in pro loro operati, ci furono larghi di tre cose soltanto... e sai tu quali o mio re? Ah! S’io pongo mente alle tue regali sembianze commosse, troppo bene comprendo che tu le sai, e nondimeno io te le voglio dire: — paglia — acqua — e bastone...
Gli è vero che il maresciallo Melas fu