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noto, che profferì fra le Bubbole, e gli Avvoltoi12.

Le bestie ammonite a suono di tromba non si può immaginare quale e quanto sentissero inestimabile giubbilo per così fatto partito; di fatti ne avevano buona ragione, però che il figliuolo di David sopra tutti i suoi fratelli di corona, che si fanno delizia delle bestie13, si fosse dimostrato sempre loro sviscerato, e disposto a servirle: reputavano poi avere il pegno in mano di sentenza favorevole, pensando che il prelodato re di proprio moto (come disse) aveva scritto e stampato: gli uomini non possedere cosa la quale stesse al di sopra delle bestie, e non sapersi affatto se lo spirito delle bestie andasse all’ingiù, e quello degli uomini all’insù; tutti gli animali comparire a fine di conto composti di carne, di ossa, di sangue e di spirito, particola della grande anima del mondo; e se gli uomini non la volevano intendere, egli accadeva perchè fossero prosuntuosi quanto ignoranti e arroganti. Onde non temevano, che il re una cosa volesse dire in sala ed un’altra in salotto, e smentendo le sentenze profferite in verbo regio