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che presso i Gentili Sileno cui mi condusse nell’Olimpo, ma non per restarci, e lo mostrò in altro luogo; mi ci condusse anche Ochio re di Egitto, consentendolo i preti, e questi per fermarci stabile dimora; imperciocchè nell’Egitto i sacerdoti si attentassero sottoporre il re, del pari che il popolo, ad un giogo di timore di Dio, ed attaccarli entrambi all’aratro; ma il re che si trovava a possedere le mani di granito chiappò il prete per la collottola e lo costrinse a piegare come arco teso; allora costui guaiolando profferse ad Ochio le chiavi del paradiso, come di città vinta, e perchè lo lasciasse vivere gli promise di vigilarne l’entrata in forma di gabellotto a riscuotere i pedaggi per conto suo150. Di qui la prosunzione di Ochio di mettere gli Asini in paradiso, e più tardi dei re di Francia di comandare a Dio e vietargli perfino di operare miracoli, come fu visto, regnando Luigi XV, al Camposanto di san Medardo, dove appiccarono un bando, che specificava così:

«Per la parte del Re si mette ostacolo
Che in questo luogo Dio faccia miracolo151».

L’ufficio santo, che presso i cristiani tenne l’Evangelio, il mio teschio lo sostenne presso i Gentili: temuto e creduto fu il giuramento preso a mano aperta su le ossa