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vero, appena venissero i monarchisti a riscattarlo; almeno io Asino aristocratico la penso così, e a parere mio fu errore grande non sottoporlo a nuovo esperimento dopo la restaurazione. Ora essendo stata omessa la seconda prova, la storia del catino resta intatta al pari di quella dell’Asino di Verona, ed è chiaro139.
Questi i fatti dei Cristiani, ma non manca il diritto. Lo so, che il fatto troppo spesso nasce dalla forza, e il diritto dalla ragione, onde i Sassoni usavano frequentemente certo loro vecchio proverbio, il quale diceva: — cento anni di forza non valere un giorno di diritto140; — però io aveva visto sempre nel mondo, che in un giorno di forza si concludeva più che in cento anni di diritto, però che questo sia infingardo, e quando la forza con un calcio nel postione lo caccia fuori di casa a ruzzolare per la strada, egli si rizza in piedi, si ripulisce i gomiti e i ginocchi, raccatta il cappello, e guardata un pezzo la casa, si cava di tasca un calamarino di corno, lo svita, e su di uno straccio di carta sugante scrive con la penna d’oca un bocconcello di protesta; ciò fatto l’accartoccia per bene, la ficca nel buco della serratura e vassi con Dio a serenare sotto un albero mormorando le parole: — In te, Domine, speravi; non confundar in aeternum. In quanto alla forza, è altra cosa; ella