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mare santo, le sue armate rilevarono fiera sconfitta, i suoi marinari trucidati: con gl’Italiani ebbe a sostenere guerre infelici; tanto funestò la strage dei Greci e dei Romani le sponde del Po presso Ravenna, che per sei mesi i rivieraschi si astennero dal gustare i pesci del fiume, come quelli che comparivano ingrassati di sangue umano; nè qui finisce la dolente storia di Leone Isaurico e degli Iconoclasti; l’impero orientale andò diviso per sempre dall’Italia; nè in Ravenna, nè altrove rimase più vestigio di lui127.

Non furono mai vedute nel mondo cristiano tante immagini come quando le furono proibite; ai Concilii illeberitano e bisantino ne fu opposto un altro, che fu il secondo di Nicea, dove trecento cinquanta vescovi fecero sapere che i trecentotto predecessori loro nell’episcopato furono imbecilli, Atei, e dodici di meno; intorno a quello di Francoforte dissero, che veramente v’intervennero dieci vescovi di più, ma come Asini rinforzati di furfante non facevano numero, e poi essendo cotesto Concilio provinciale, non reggeva in paragone del Concilio Costantinopolitano VI, che fu ecumenico e per di più legittimato dal papa.

In mal punto posta in campo l’autorità del Dante, dacchè il padre Saverio Bettinelli della Compagnia di Gesù, presa la penna, aggiungeva alle lettere Virgiliane