fra essi colpe ed errori; quando ecco un giorno irrequieta tu li avvisi instituire i lupercali della Libertà e la mandi in compagnia di Como e di Lieo a levare la contrada a rumore. Luigi Filippo vieta i banchetti, la libertà diventata baccante gli avventa contro la testa la coppa piena di vino, il quale spumando si versa sopra la terra, e da cotesta spuma vinosa nasce una repubblica briaca. I Francesi la guardano, e taluni come fanciulli le danno la baia; tali altri corrono a rimpiattarsi nel canto, quasi fosse loro comparso il trentadiavoli; i più stanno cheti, e attendono a filarle il capestro. Invero ella era mostruosa a vedersi: come nuvola sbattuta dal vento mutava e rimutava aspetto ogni volta più brutto, ma frequentissima ricorreva la forma di donna con le zampe di gatto. La uccidesti un giorno a sassate come si costuma coi Lupi, e tutta festosa fondasti un governo assoluto. Giudica tu se meriti la stima dei governi e segnatemente del Russo, il quale ti era tanto prodigo donatore di Libertà, che per se non ne volle serbare un atomo solo. È fama, che la notizia degli ultimi tuoi casi arrivasse allo Czar Alessandro negli elisi, mentre leggeva in Esopo del Gallo, che razzolando per la spazzatura s’imbattè in una perla, alla quale disse queste parole: — Superba lacrima del cielo pianta dentro la conchiglia dell’Eritreo, va al diavolo con tutto il cuore, perocchè io ti