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Perchè Astii, o Francia, il genio elleno ed il latino? seduta per commiserazione alla mensa del potere ti si è ingrassato il cuore, sicchè, non cape atomo di carità, e pertinace ricusi farti alquanto in disparte, onde prendano posto popoli, che valgono troppo meglio di te. Così rendi altrui la misericordia usata verso di te dal Russo Alessandro? L’Austria, alla quale adesso ti stringi alleata, quando le capitò nelle dita ossute l’aquila semiviva, volle strapparle le penne dell’Alsazia e della Franca—Contea, conquistate dalla violenza di Luigi XIV, e in parte quelle della Borgogna, grancita dalla frode di Luigi XI, re regnatelo, che chiappava gli stati altrui come le Mosche: il Russo contenne l’ustolare dell’Austria, ebbe compassione di te, ti trattò da inferma, ti pose all’ospedale governandoti a mezzo vitto senza vino, e lasciandoti centomila tra Croati, Prussiani e Cosacchi, pedagoghi per insegnarti civiltà. Che cosa saresti oggi, Francia sorella se come a me tre milioni di Turchi, avessero lasciato a te centomila Cosacchi per istruirti nelle regole dell’onesto vivere? Assumi alquanto più di carità e di modestia, Francia nodrita coi rilievi dello Czar, viva in virtù dell’elemosina russa.
Dunque i tuoi scrittori mi promettono, o Francia, che accomodandomi rassegnata ai tuoi voleri, può darsi, che un giorno tu mi faccia capo di gomitolo per dipanarci