Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
189 |
i Turchi avevano ad essere fatti al nome cristiano, quasi potessero strofinarsi con la spugna le storie, le quali attestavano come quante volte si presentava alla porta un ambasciatore dei nostri; il Visir, trattenutolo nell’anticamera, andasse ad annunziarlo al Padiscià con queste parole: ecci di là un cane di cristiano ignudo e affamato, che supplica di vederti. E il cortese Padiscià rispondeva: Va, vestilo, cavagli la fame, e poi trammelo davanti. Allora l’Ambasciatore aveva pelliccia, rinfreschi, ed in appresso udienza. Quali le colpe del Russo? secondo che io intesi, la meditata conquista di Occidente; e se così, non ci aspirarono del pari i Turchi! In che cosa i Russi diversi dai Turchi? Qui come gemma in anello s’incastona il proverbio: che tra corsaro e pirata ci corrono i barili vuoti. Che se ai Turchi erano caduti i denti, bisognava pensare che non erano cessate le voglie, e i denti col tempo possono allungare da capo.
I Francesi professandosi zelatori della monarchia assoluta mossero a sostenere le parti repubblicane nella guerra dell’America contro la Madre Patria; retti a repubblica accorsero l’uno dopo l’altro come pecore a rimettere in collo ai Romani il pessimo dei gioghi, quello dei preti—re. Perchè nessuno malignasse intorno alla magnanimità delle loro intenzioni bandirono al mondo avere essi pigliato in mano la im-