Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/185


181

ra. Gli Acadi se ne servivano per richiamare in vita gli annegati. Chiunque fumava nella pipa rossa intendevasi si arruolasse nella milizia. Su di ciò io porto opinione che cotesti ingenui figliuoli della natura considerando, come nè più parlante ne più precisa immagine della inanità umana potesse trovarsi nel fumo, questo vollero ad ogni momento avere avanti gli occhi mescolandolo in tutte le azioni della vita; e se, come la dico io la pensarono essi, ottimamente si apposero, imperciocchè la esperienza, del vivere con gli uomini mi persuadesse, che un tanto vero ridotto in sostanza, e sepolto nei libri, o manifestato coll’atto una volta sola di fuga non partorisse l’effetto che fosse buono. In vero tu sapientissimo predicasti: vanitas vanitatum et omnia vanitas103, ma chi poneva mente al consiglio divino? Consacrandosi il papa, un cherico, nel bruciargli dinanzi alquanto di stoppa, lo ammoniva: sic transit gloria mundi, ma il vento si portava col fumo la memoria dello avviso; donde poi nacque, che pochi fossero i pontefici, i quali non attendessero ad allargare la propria famiglia anche con rovina dei popoli e scandalo della Chiesa infinito.

Quantunque un religioso di santissima vita, il sacerdote romano Pagano, che fu lasciato in Haiti dal Colombo nel suo secondo viaggio, ci recasse notizia del tabacco, io giudico che non gli avrebbero fatto il viso