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massero. Giacomo Carter trovò l’uso del fumo nel Canadà, il Cortez nel Messico, ma prima anche di loro ad Haiti ed a Cuba l’osservarono. La pianta destinata a fumarsi, o franta ad annasarsi, in lingua del paese chiamavano cohoba, e tabacco il cannello, per via del quale tiravano su il fumo con la bocca, o la polvere col naso: taluni affermarono, che il tabacco derivasse il suo nome dalla isola Tabago, e questo certa volta scrissi ancora io; però presi un granchio. Così presso gl’Indiani fu tenuto in tal reputazione il costume del fumare tabacco, che a lui commisero l’ufficio di esprimere e simboleggiare quanto di più solenne occorre nella vita degli uomini: alla sagra di Montezuma, fra gli altri riti, fu visto incastrarci anche il fumo: narrasi dal maggiore Lang come gli Amahwas nella valle del Mississipì quando ammazzavano Bisonti, innanzi di cibarsene, fumassero, e propiziando a Dio dicessero: — Signore della vita, e questo è fumo. — Gl’Indiani della Virginia posero lo spirito di Maniton nel fumo del tabacco. I Nantchez, allorchè andavano a processione per aspettare il sole appena spuntava dai monti, lo salutavano col fumo. Ci ebbero selvaggi, i quali imbattendosi nel Serpente a sonagli gli spingevano contro grossi buffi di fumo, pensando attutirlo. Nelle adunate della tribù, a seconda della maniera diversa di adoperarlo significa o la pace o la guer-