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secolo XVIII la bandirono simbolo e testimonianza di civiltà, come nel decimonono la presa di Sebastopoli. Una missione per dilatare il culto della parrucca parve altrettanto meritoria che le missioni dei Padri Gesuiti nella China; in pro suo si rinnuovarono le crociate; venti milioni di danaro vi si sparsero, venti e più mila anime di Francesi vi si dispersero, e parvero bene impiegate. Dubitate che burli? I Francesi liberissimi, e dignitosi sudditi di Luigi XV, per giustizia Traiano, per castità Tito, arca di ogni regia perfezione come quella di Noè di tutte le Bestie, quando mossero a rivendicare in libertà i Corsi schiavi abbiettissimi del tiranno Paoli, fecero sapere al mondo, che la barbarie di cotesti isolani era così sprofondata, che più giù non poteva cascare, e per poco avessero differito, il male non avrebbe comportato rimedio, conciossiachè i Corsi potessero certificare la miseranda bestialità loro con segno più evidente di quello di non portare parrucca101.
A proposito, e quando il papa adoperò la parrucca, e non gli nocque alla sua santità, si risovvenne egli di coloro che scomunicati prima per non averla deposta erano scesi giù nello inferno? Io non lo so di certo; ma mi figuro, che gli avrà ribenedetti coll’amnistia, nella guisa appunto, che vidi costumare nel mondo io quando la Ragione metteva paura alla Forza, e questa in ginoc-