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(85) Chateaubriand, Mém. d’outre—tombe, t. 2.
(86) Ecco l’inventario delle reliquie conservate in S. Caterina di Sisco, riportato nella Storia di Corsica dal Filippini, prete s’intende: L. 10, p. 398: — «Erano queste sante reliquie dentro un forzieretto tutto di ferro, e con mirabile magistero fatto, serrato con tre chiavi, in diversi bellissimi vasetti di avorio e cristallo, guarnite di argento, e con diverse altre gioie, per le quali senz’altro si potrebbe dare ferma credenza essere vere (ammira logica di prete romano.) Ma non ostante questo, vi sono ancora le loro scritture antiche, mediante le quali si ha piena notitia quali sieno i loro nomi, che sono questi. E primo due pezzetti delle trappe (verghe) di Moisè guarnite artificiosamente di fino argento; un poco di terra con la quale fu formato il nostro padre Adamo; vi è ancora il pelo della propria veste, che portava S. Giovambattista, ed un poco della pietra del sepolcro del Signore, ed un’altra del monte Calvario, con una del presepio di Cristo, ed un’altra ancora del pozzo ove parlò alla Samaritana; vi è una particella della canna con che egli fu percosso, e un pezzetto della mensa dove coi santi discepoli fece l’ultima cena, con un poco di cereo di quando dopo il suo parto verginale la Regina del cielo fu introdotta nel santo tempio, ed una pietra di quel luogo dove prima dall’angelo fu annunziata; e vi è la borsa che lei portava, con quella di S. Maria Magdalena, e quella di S. Caterina; una pietra del monte Sinai, ed un’altra dove Cristo fece la quarantena, vi è ancora la testa di S. Giovanni Grisostomo, con quasi mezzo palmo della costa di s. Barnaba, con un pezzetto della verga con la quale il beato Pietro fu battuto; ed inoltre vi è un poco del santo legno della croce del Salvatore, con alquanto filato della sua benedetta madre, e conseguentemente del suo proprio latte.» Di qui si conosce come la beata Vergine filasse, e questo avvertano le schizzinose madame di oggi, che altro non fanno, che tastare il cembalo. — Notisi altresì non essere questi i soli tesori religiosi posseduti dalla Corsica; i quali speriamo saranno