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de profundis; intanto l’ellera, stese le braccia lascive alla croce nera, s’ingegna vestire il segno austero della Redenzione con le gioconde foglie di Bacco, e ti rammenta Frine la folle, che tentò invano Senocrate. Un bel camposanto in fede di Dio, un camposanto da mettere l’uzzolo in corpo di morire per avere il gusto di trovarci sepolti là dentro. Adesso state attenti: guardate la mia lanterna magica: che figure vedete apparire? Un prete con la zappa, dopo lui un villano con la vanga, e dietro loro una femmina con l’accetta: ecco ora smuovono la terra di una fossa novella e cavano fuori un cadavere; la donna porge l’accetta; il prete tiene i capelli al morto e il villano di un colpo gli taglia la testa; poi rimessa ogni cosa in sesto, il prete, il villano e la donna con la testa mozza dentro un sacco, com’erano venuti se ne ritornano. Attenti sempre, che muto vedute: che figure vi vengono davanti? Una cucina, un fuoco come nell’Inferno non ce ne è più, e un paiolo dove l’acqua bollendo a scroscio butta all’aria sonagli. — Guardate tuttavia, che cosa vedete? Entrano il prete, il villano, e la massaia in cucina, e in un attimo