Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/140

136

ria invano costringi sopra le labbra il riso; esse fanno greppo, e non chiamate le lacrime t’inondano la faccia. La Pietà in coteste contrade infelicissime diventata losca, e roca dal piangere, e dal pregare invano, poichè si accorse non restarle più voce da levare un grido, che arrivasse al cielo, ci volò da se, e quivi in ginocchio davanti al trono di Dio steso il dito, senza profferire parola, si raccomanda che guardi.

Guarda, Signore, e giudica se i nostri peccati furono scontati o se i peccati altrui superano i nostri!

Non è la Toscana il giardino d’Italia? Così affermano i Toscani, e i Fiorentini aggiungono Firenze, Atene della Toscana. Veramente ambedue compariscono dilette. Frughiamo in Toscana. A Barberino di Mugello in mezzo ad una selva di olivi hanno fatto un camposanto, la vite si è abbarbicata pei muri esterni di quello, e superatane la cima si rovescia nel chiuso, quasi intendesse inghirlandare la morte di pampini e farla ridere; su la porta, singolari custodi dei sepolcri, due fichi prodigano ombre e frutti a ricompensare la pietà di chi passa dando un fico in baratto di un