Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/139


135

dell’Anguilla stieno separati mettonvi framezzo foglie di salvia, e pane; onde le membra sparte della Italia non si riuniscano le si ficcano delle crepature tedeschi, francesi, ed anche spagnoli, oltre gli svizzeri, e l’altra gente, che la stessa Italia c’incastra di suo: i tocchi dell’Anguilla arrostiti a lento fuoco, pigliato che abbiano un bel colore tanè, s’imbandiscono in tavola e si mangiano: i pezzi della Italia... Oh! il più corto è rimasto da piedi: il paragone non va oltre, dacchè nessuno arrostisce, e molto meno divora la Italia. Che importa? Forse l’abate Cesarotti, in proposito della coscia di Menelao paragonata da Omero all’avorio tinto in rosso dalle donne di Caria, mancò d’informarci, non fare punto di bisogno, che le similitudini comechè classiche camminino con quattro gambe62? Intanto anche questa pongasi in sodo, che, tranne l’articolo di essere arrostita e divorata, gli altri punti del paragone fra l’Anguilla e la Italia non fanno né anco una grinza.

Ricercando la storia del perfezionamento umano in Italia dirò di Napoli o di Roma? Ahimè! Alla contemplazione di tanta mise-