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palmi in fondo della cassa avvertendo bene li trapassasse nel cuore; e che il rimedio sperimentassero infallibile, credo ancora io...56. Di Austria non parlo: ella dopo essersi composto certo suo inchiostro indelebile con sangue, lacrime e fuoco, ha scritto da sè gli annali della sua civiltà. Un capitolo ha nome Tarnow; un altro Buda; un terzo Brescia, e sfogliando il libro alla sfuggita ci ho letto anche il tuo, o mio Livorno, tanto, forse a torto levato a cielo un dì, ma tanto, certamente, a torto depresso nella stagione della sventura. Soffri, ed impara: acerba scuola è il dolore, e non pertanto l’unica palestra dove si avvalorino i reni dei forti. Impara, e taci: invece di contendere co’ tristi, che di te levarono i pezzi, supera i buoni, che acquisterai la fama, ch’è vita dell’anima, la quale altri da qui innanzi potrà più facilmente invidiarti, che toglierti.

Eccoci in Isvezia. È la notte del 27 Gennajo 1851. La piazza d’Ystad va ingombra di ogni qualità gente, massime donne; chi pesta i piedi, chi soffia nelle dita intirizzite, altri si percuote con le mani di colpo sotto le ascelle, i bambini guaiscono, i vecchi