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braccia dal posto per metterla su ritta lungo il muro come si costuma co’ bimbi, tanto che la paresse viva, ma sì, egli era, fiato perso: tanto valeva dare a cucire la nebbia. Non mettiamo pertanto il Signore a repentaglio con l’uomo, che questi è stummia da stare a tu per tu con esso lui, e rispondergli in faccia: se tu la intendi a lesso, ed a me garba arrosto, a cui non piace mi rincari il fitto. Diamo pertanto del buono per la pace, e leghiamo l’Asino dove vuole il padrone. Orsù domando io: figliuolo di Adamo, la tua stessa testimonianza ti basta? sì o no? Di’ l’ultima, che ti nasca il vermocane. Ti basta: ringraziato Domineddio. Allora incomincio da Moisè il quale dalla bocca propria di Tehova raccolse la divina parola, e la trasfuse calda bollente nelle leggi: odi un po’ quello che esse statuiscono: — se un Bove uccida uomo o donna di cornata, il padrone è innocente, ma il Bove sia lapidato, e non se ne mangi la carne42. In Grecia misero a morte un Asino mio antenato per omicidio; e iniquamente secondo il solito, però ch’egli non lo facesse a posta. I Cartaginesi conficcarono Leoni su le croci, e gli esposero lungo le