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in cotesto primo periodo un po' di modo di educazione alla buona di Dio consentono, ma giunte all'età adulta l'istinto ripiglia il sopravvento, e la educazione va via come le steccaie schiantate dalla piena dell'Arno; sicchè giù per su egli levò un ragnatelo da un buco, e se avesse taciuto sarebbe stato tanto civanzo imperciocchè (notava quell'anima dabbene di Carlo Bini) se poco costa parlare, è forza convenire, che costa anche meno tacere.

Ho riportato le opinioni dei secoli decimottavo e decimonono, e le vedemmo non pure varie, ma contrarie fra loro. Gli scrittori dei tempi di mezzo, che sogliono chiamarsi medio—evo, o non pensarono a noi, o se ci pensarono, ci tennero per fratelli in vita ed in morte. Degli antichi filosofi non cascò in mente a nessuno di sostenere il panno della nostra esistenza tagliato a pezza diversa dalla loro; essi nemine, nemine discrepante, come scrivevano a Pisa nei dottorati diplomi, ci consentirono di quieto la immortalità; e se qualcheduno ce la negò, e basti dei parecchi ricordare Plinio il vecchio, questo avvenne perchè egli non la concedeva nè anche a se stesso, e l'anima e la seconda