Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore IV.djvu/81


capitolo xx.


vero; un nuvolo di guardie di polizia travestite e non travestite, aggirandosi nella contrada dov’era successo il caso, spargevano mille voci diverse dal vero; più che altro insistevano a dire che uno scapestrato, provando certa pistola di sua invenzione, aveva lasciato scappare il colpo; intanto pagherebbe la trasgressione. Il prefetto, a cui fu data ad intendere una novella senza capo nè coda, finse credere ogni cosa, bevve grosso e abbuiò tutto. Vere bocche di acquaio i prefetti, quando ci trovano il conto.

Il giorno successivo si leggeva in un giornale officioso il seguente avviso: «Abbiamo a registrare un fatto deplorabile. Il signor Fabrizio Onesti, commendatore e regio procuratore a questa R. Corte di appello, che tanto illustrava con la sua dottrina e rara eloquenza la magistratura italiana, preso dalla monomania per credersi venuto in disprezzo dei giudici giurati, perchè nell’ultima sessione delle assisie non sempre accolsero le sue conclusioni, tentò ieri gettarsi giù dalla finestra; impedito per miracolo dalla sua moglie, che in cotesto frangente fece prova di singolare coraggio, ha procurato con altre vie di uccidersi, sicchè sono stati costretti a chiuderlo nel manicomio, dove mercè le cure intelligenti dell’egregio signor commendatore direttore di cotesto stabilimento si spera restituirlo in breve sano alla famiglia, agli amici e al fôro, di cui è sì bello ornamento.»