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capitolo xx. | 9 |
paese; ma caro mio, diciamolo tra noi, come si fa? Questi benedetti borghesi non calpestano forte il delitto per timore di stiantarsi le scarpe; così il presidente; e il regio procuratore di rimando più dottamente:
— Costoro, allorchè hanno detto: i buoni costumi fanno le buone leggi, immaginano avere scoperto l’America: mi fanno proprio ridere; cotesto si trova scritto sopra i boccali di Montelupo; ma quando i buoni costumi hanno da venire di là da giudicare i vivi e i morti, sono le leggi, sono i giudicati e le pene che valgono a risanarli infermi, e li ripescano annegati.
— Voi dite unicamente, commendatore: e’ non ci ha caso; proprio così.
— Ma con qual cuore piglieremo noi queste gatte a pelare, se mentre da un lato ci stacchiamo le spalle dal posto per ordire un braccio di buon costume, altri te ne disfà una pezza: nei nostri tempi le Danaidi non sarebbero state condannate mica a riempire la botte senza fondo, bensì a vendicare la pubblica morale.
— Massime poi quando gli esempi pessimi ci vengono da... bocca, chetati! da chi non ci dovrebbero venire, o che riparo ci possiamo mettere noi?
— Che volete che vi dica? E’ pare che il teatro di questo mondo abbia ad essere corredato della reggia, della prigione, del tribunale, del tempio, e