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capitolo xx.


casa e si fa a trovare il capo dei confidenti,1 a cui con lunghe e minuziose istruzioni conferisce lo incarico di codiare sua moglie, di cui dubitava; anzi, della infedeltà della quale era più che sicuro. Quanto all’adultero, Fabrizio si astenne da qualunque commissione per timore che il confidente se ne sarebbe tirato indietro; ci andava di mezzo il pane, e a questa prova Fabrizio sapeva come uomo che tira paga dal governo, prefetto o spia, non resista. L’ufficiale pertanto rispose si lasciasse servire; saprebbe ben egli trovare il nodo nel giunco.

Bianca, avendo preso fumo di ciò che il suo marito mulinava, avvertiva subito il conte: qualche cosa agitarsi per l’aria; stesse su lo avvisato; dubitare assai dover fare quaresima prima di carnevale, n conte, dentro i cui precordi la passione amorosa spiccava in cotesto punto il bollore, lo inopinato disturbo giunse fuori di modo ostico, e per sincerarsi del fatto non menochè per apporci rimedio, chiamato subito il capo dei confidenti del ministero dello interno, gli comandava che giorno e notte spiasse e facesse spiare Fabrizio, e di tutto quanto avesse potuto raccogliere lo ragguagliasse partitamente.

Così, per opera e virtù di due precipui magistrati, la gente che il popolo paga per vigilare sopra la

  1. Così con parola pulita si chiamano le spie.