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52 | il secolo che muore |
sua moglie, disse: — Bibbiana, io ho più fede in te che in un battaglione di bersaglieri. A me?...
— Finiscila, Bibbiana!
— Che eletta dama di compagnia alla baronessa Scala, vagheggiata dal duca Cordonata, dopo averne fatte più di Paris a Vienna per andarle a fagiuolo, si ebbe a metter giù dalla impresa esclamando: è tempo perso, finche la difende quella maledetta colubrina di Bibbiana la fortezza non si piglia...
— Ho capito... ho capito... ho capito.
— E se ha capito mi risarcirà del danno fatto al mio onore, perchè, prima Dio, sono donna onorata...
— Che cosa è questo diavolio? E chi è che tarocca qui dentro? si udì ad un tratto per di fuori tra dolce e severa; — verdemezza.
— Gesù mio! la padrona!
— Nina mia, non ti rimescolare; voleva farti una burla... una sorpresa... Bibbiana mi ha guasto l’uova nel paniere...
E in questo fu aperto l’uscio: pur troppo era stata profetessa Bibbiana, imperciocchè le miriadi di pulci nate, cresciute ed educate là dentro, non potendo emigrare come i poveri irlandesi per le lontane contrade di America, stavano pensose dei loro destini, quando la Provvidenza n’ebbe pietà, e mise in capo al presidente di andare a chiudersi insieme a Bibbiana nello stanzino dei panni sudici. Vi lascio