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capitolo xx. |
— E non ci viene altri? Proprio altri?
— O santa Vergine, e chi altri ci avrebbe a venire?
— Lo puoi giurare?
— Lo posso giurare e lo giuro su questa croce benedetta — e messi gli indici della mano traverso l’uno all’altro, li compose a croce e quella baciò con molta compunzione; ma di un tratto, come se l’avesse morsa la vipera, strillò: — Ora che ci penso su, la mi dica, signor padrone, a che proposito ella mi ha fatto tante domande? Che forse dubiterebbe della onestà della sua signora? Già, questo è ciò che guadagniamo noi altre donne pigliando mariti vecchi; avvilite, tenute in prigione e per di più sospettate... Ma la sua signora la è roba sua, ed ella la può insudiciare come le garba; rispetto alla mia reputazione è un altro paio di maniche...
— Bibbiana! diamogli un taglio.
— Ah! vostra signoria- mi ha preso per una pollastriera? Anche questo toccava sentirsi dire alla figliuola di mia madre...
— Bibbiana! buttiamo carte al monte...
— A me? cui il conte Mercato confidava le figliuole, ond’io gliele menassi a confessione e a messa...
— Bibbiana! chetati.
— A me? in carne ed ossa, alla quale il marchese Piazza, dando in custodia la signora marchesa