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capitolo xx.


— Seguimi, senza che veruno ti scorga, nello stanzino dei panni sudici.

— Domine! O non potrebbe sceglisr e meglio; ha ella posto mente alle pulci?

— Ho pensato a tutto. Entra.

— Eccomi entrata.

— Chiudi l’uscio.

— Eccolo chiuso.

— Bibbiana, tu hai da sapere che il pane che tu mangi è mio.

— Lo so.

— Ti piace rimanere al mio servizio?

— Sì signore.

— Or bene, sai che tu devi fedeltà al tuo padrone?

— Sì signore.

— A ciò pensa che ti obbligano tutte le leggi umane e divine che si versano sopra la servitù.

— Sì signore, ma faccia presto, che ho lo stracotto al fuoco, e se mi trattiene troppo si attacca al tegame e piglia il bruciato.

— Assumo tutto sotto la mia responsabilità.

— Sì, ma intanto lo stracotto piglia il bruciato.

— Dimmi, Bibbiana, in nome del tuo Dio, quando sono fuori vengono gente in casa?

— Sicuro che ce ne viene.

— Ce ne viene? E molte?

— Piuttosto di parecchie; e certo più di quelle