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e conforta il prigioniero che langue. Che più? Ella è salita sul patibolo col condannato e lo salvò dal terrore della morte... alzandogli il capo in su e facendogli leggere in cielo: perdono.

Tutto o prima o poi abbandona l’uomo, la gioventù, la bellezza, la salute e le sostanze; egli ha veduto allontanarsi da lui gli amici e i beneficati; più di rado parenti e figliuoli, e talora anche la madre; se la moglie gli rimase al fianco, e’ fu come quella di Giobbe, per tormentarlo nella miseria. Ogni giorno la luce del sole si nasconde agli occhi nostri, ogni notte declinano le stelle, ma la Speranza non si allontana mai; neppure la morte è potente a scacciarla, imperciocchè ella si metta dietro la nostra bara, ci accompagni alla fossa, assista alla nostra sepoltura e non consenta a lasciarci neppure quando è chiuso il coperchio del nostro monumento. La pietosa allora si pone a sedere sopra il marmo funebre, e fissa in Lui che volentier perdona, scioglie il più sublime dei cantici, quello della Resurrezione.

Salute dunque a te, o divina Speranza!

FINE.