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368 | il secolo che muore |
a sottoporsi ad un altro, come se non avesse provato mai di che cosa sappiano i basti; difatti, eletto appena il padrone, la scena muta; stupido, è bandito, e a tutto incapace, eccettochè a portare rena e calcina alla fabbrica della monarchia costituzionale. Se taluno più astuto non avesse avvertito: badate! potreste avere bisogno del suo sangue, lo avrebbero scaraventato in mare col sasso al collo come un cane tignoso; invero, quando ebbero bisogno di sangue, ecco, fecero scodella delle mani per raccogliervelo dentro, e il popolo strappato dai solchi e dalle officine ce lo versò a bocca di barile. E quale n’ebbe mercede il popolo? Una manata di briciole, che andatagli negli occhi lo acciecò, ma se gli fosse caduta in bocca non lo avrebbe sfamato; però il popolo si è fatto del cuore un salvadanaio di odio dove ogni giorno depone un soldo, e dello intelletto una spelonca dove accumula errori e istinti selvaggi. I vermi, che nella corruzione universale si fanno grassi come canonici in concistoro, levando la voce garriscono:
— O che irrequietudine è questa? non avete voluto la patria unita? O non l’abbiamo fatta tutti un po’, e Dio sa con quanta pena? — Dunque, perchè non posate una volta? Noi, vedete, siamo contenti; certo poteva toccarci di più, ma bisogna adoperare discrezione, e ci confessiamo soddisfatti; o perchè non lo siete anche voi? — Noi non lo siamo,