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Maurizio non potè tenersi dal manifestare la sua inestimabile contentezza; ci furono ritrovi, feste, conviti, dove intervennero i conoscenti di Maurizio da cento miglia lontano; questi adottava co’ modi più solenni Curio, e a tutti lo presentò come suo figliuolo ed erede. Cessate le feste, si diede, con la consueta alacrità, ad ammannire le cose necessarie pel viaggio; gli tardava vedere la famiglia di Cario raccolta sotto il suo tetto; andò, tornò, scrisse a New-York, a Baltimora, a Boston; finalmente, la vigilia della partenza così parlò ai suoi amici:

— Andate e tornate presto, che non ci è tempo da perdere; voi capite, che se io non sono di partenza, tengo però un piede nella staffa. Voi, adesso, siete cittadini americani, non dimenticatelo mai; ecco l’atto della vostra naturalizzazione; questo è il passaporto e queste lettere di raccomandazione pei ministri e pei consoli americani delle città e porti dove passerete. — Questa lettera contiene un credito illimitato sopra la Casa Baringh di Londra; potete usarne secondo il vostro giudizio, perchè io ho pensato: chi sa quanta povera gente si trova avvilita in Italia pel delitto di avere combattuto per la patria! Non senza orrore ho ietto di alcuni soldati delle patrie battaglie morti di fame... Orsù, non ci pensiamo; quanti ne troverete che vogliano fuggire crudeles terras et litus avarum, tanti menatene con voi; due condizioni pongo a questa leva: amore del