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Capitolo XXIV.
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Taciti e mesti, Curio, Filippo e il degno ospite loro, seduti al rezzo delle magnolie, stavano contemplando il sole occidente. Ognuno di essi, compreso da tanta magnificenza, andava a seconda della propria indole fantasticando immagini e pensieri. Filippo, come colui che ritraeva assai della educazione antica, rammemorando i versi del Tasso,
Ma nell’ora che il sol dal carro adorno |
con quello che seguita, vedeva nel sole il grande auriga della natura, che, affranto dalla fatica, in ogni membro riarso, anelava rinfrescarsi in grembo a Teti, la quale gliene faceva invito con assidui sorrisi smaglianti azzurro ed oro; prima però, siccome è cura di ogni amatore di cavalli, sciolti i suoi