Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
capitolo xxiii. | 329 |
— Così sembra anche a me; — rispose l’altro, il quale più che dalla bocca respirava da uno squarcio che aveva al sommo del petto.
— Se vostra signoria desiderasse provvedersi di una bussola per dirigersi con sicurezza in luogo di salute, io sarei al caso di contentarla.
— Magari! E dove l’ha questa bussola?
— Io gliela profferisco nel santissimo sacramento della confessione.
— Scusi! ch’è prete lei?
— Prete... prete veramente non mi posso vantare, ma una volta ebbi gli ordini sacri minori, fra i quali, vostra signoria sa, entra l’esorcista; ond’è che io non penso peccare di presunzione se, facultato a cacciar via i demoni coll’acqua benedetta, mi giudichi altresì capace di salvare vostra signoria da casa del diavolo in grazia della confessione.
— Ecco, a dirgliela come la penso, questo punto non mi è chiaro.
— Che diavolo dice? Si vede bene che la morte imminente la fa vagellare. Facendo vostra signoria professione di religione cattolica, apostolica...
— E romana.
— E romana, deve sapere che ogni uomo, in caso di necessità, è buono a confessare, la quale confessione poi salva di certo il penitente, purchè compreso da attrizione, ch’è in certo modo l’essenza della contrizione.