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280 | il secolo che muore |
per intero; tuttavia egli, presili per mano ed introdottili in sala, lietamente favellò:
— Se potessi restituirvi la patria, lo farei; ma consolatevi; voi non vi potete più dire di trovarvi in terra straniera, poichè il vostro capo si posa sotto tetto italiano.
Dopo si fece schierare davanti tutti i negri addetti al servizio domestico, e due bianchi, che alle sembianze si davano a conoscere per tessiani, e tale lor disse in suono di padrone;
— Don Giacinto, e voi, don Patricio, voi siete del paese e non ci ha mestieri troppe parole per farvi comprendere di che si tratti: abbiamo litigato; ci è corso un po’ di sangue; poteva esser peggio, ma in grazia di questi gentiluomini i miei nemici non hanno potuto mordermi; pertanto attendete con diligenza a far governare i cavalli; poi ordinate ai negri della stalla chiudano porte e finestre e le assicurino dentro con le stanghe traverse; voi chiudeteli nella stalla assicurandovi che in qualunque evento non possano uscire; con diligenza pari chiudete e sprangate tutte le porte e le finestre del piano terreno e del primo piano; traete dall’armeria cinque carabine di precisione a sei colpi, con le sacchette della munizione; provate e riprovate se si trovino in punto; due tenete per voi; le altre servono a questi signori e a me; sturate le feritoie e stieno allestite la contessa e la marchesa: