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272 il secolo che muore


anche prima si agitasse la quistione della schiavitù nel congresso, io li lasciai sempre liberi di stare o di andarsene con Dio; soli tre tolsero commiato, e dopo non bene quarantotto ore due tornarono supplicando genuflessi onde io li ripigliassi; il terzo non rividi più; temendo gli fosse incolto qualche malanno, feci frugare dintorno le macchie e ne trovarono le ossa; le pantere lo avevano divorato. Signori, se voi terrete i negri come figliuoli, essi vi ameranno come padri. Qualche scarto in tutte le cose s’incontra sempre, così negli animali come nei frutti e nei fiori, ma nel sottosopra, per esperienza fatta, i negri sono buoni come i frutti sono grati o i fiori odorosi.

— Ma vostra signoria come paga i suoi negri?

— Io? Non li pago. Detratto il seme, dividiamo il raccolto; io compro la parte che spetta loro di cotone, di cocciniglia, d’indaco e di caccao; del grano, del maiz, della segala, dello zucchero e del caffè procuro ne mettano da parte tanto che basti loro per l’annata corrente e per l’avvenire; il di più vendesi: di caccia e di pesca non patiscono mai penuria; contribuiscono meco a pagare i medici e i maestri; spese di culto non corrono, perchè io sono il prete e questo è il tempio (qui dirizzato il dito in su mostrò il cielo).

— Se noi ci governassimo come vostra signoria, in capo ad un anno andremmo a gambe levato.